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Accidenti!
Ahimé!
Aiuto!
Altroché!
Attento! / Attenta!
Basta!
Bravo! / Brava!
Coraggio!
Diamine! / Come no!
Dio mio!
Forza!
Guai!
Macché!
Magari!
Mamma mia!
Pazienza!
Peggio per lui!
Per carità!
Piano!
Presto!
Voce!
Zitto! / Zitta!
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Loro mangiano il burro.
I fanciulli bevono il latte.
Apro la porta.
Tu apri la finestra.
Lei apre il portafoglio.
Il professore apre il libro.
Noi apriamo i portafogli.
Voi aprite le porte.
Gli scolari aprono le finestre.
Loro aprono i libri.
Io voglio far colazione.
Tu vuoi bere.
Lei vuole cominciare
Il professore vuol mangiare
Noi vogliamo far colazione
voi volete bere.
Loro vogliono cominciare
Gli scolari vogliono mangiare
Io comincio a mangiare
Tu cominci a bere
Lei comincia a lavorare
La fanciulla comincia a cantare
Noi cominciamo a fare colazione ("la" is implied)
Voi cominciate a mangiare
Loro cominciano a cantare
le fanciulle cominciano a lavorare
Io chiudo la porta
tu chiudi la finestra
Lei chiude il portafoglio
Lo scolaro chiude il libro
Noi chiudiamo i portafogli
Voi chiudete le porte
Gli scolari chiudono le finestre
Loro chiudono i libri
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Io porto il libro.
Tu porti la penna.
Lei porta il portafoglio.
Lo scolaro porta il quaderno.
Noi portiamo una penna.
Voi portate un libro.
Loro portano i libri.
Gli scolari portano i quaderni.
Io sono in classe.
Tu sei qui.
Lei è il professore.
Lei è qui.
Lo zucchero è dolce.
Il caffè è caldo.
Il latte è nella tazza.
Noi siamo in classe.
Voi siete col professore.
Loro sono molto forti.
I libri sono buoni.
Gli scolari sono qui.
Io prendo il libro
Tu prendi la tazza
Lei prende la penna
Lo scolaro prende un quaderno
Noi prendiamo il piatto
Voi prendete i libri
Loro prendono le penne
Gli scolari prendono i piatti
Io bevo il vino
Tu mangi la carne
Lei non mangia il pane
Il fanciullo non beve il vino
Noi mangiamo la marmellata
Voi bevete il caffè
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5. Lo Scrigno Capitolo 1 – Un tempo visse in Italia un uomo con una missione. Quell’uomo era molto vecchio. Aveva vissuto per molti decenni ed era molto saggio. L’anziano signore si chiamava Arturo. Arturo viaggiava da solo in giro per l’Italia. Non viveva in nessun posto per molto tempo. Aveva da parte dei risparmi e li spendeva nei viaggi in giro per l’Italia. Mangiava dove poteva e dormiva dove capitava. L’uomo aveva una missione. Di che missione si trattava? Un giorno Arturo si trovava a Roma. Era un po’ di tempo che non si radeva. In Via del Corso la gente lo fissava quando lo vedeva passare. Il suo abbigliamento era stravagante e originale. Arturo arrivò a Villa Borghese, un parco di Roma molto grande e pieno di alberi. Dove ci sono anche degli specchi d’acqua e si possono noleggiare delle barchette per trascorrere il pomeriggio. C’è sempre tanta gente a Villa Borghese, coppiette, famiglie, ragazzini... L’anziano signore si avvicinò a un uomo che stava leggendo il giornale. L’uomo era appoggiato a un albero e sembrava essere molto rilassato. Arturo si sedette al suo fianco: – Buon pomeriggio, signore! – gli disse Arturo. – Salve… – gli rispose con sospetto l’uomo che leggeva. – Come sta, Davide? Davide si stupì. Come faceva a conoscere il suo nome? – Ha detto Davide? – Sì, è quello che ho detto. – Come sa il mio nome? – Non posso dirglielo. – Almeno potrebbe dirmi il suo di nome? – Certo! Mi chiamo Arturo. Davide smise di leggere il quotidiano e guardò Arturo. Lo guardò attentamente per riuscire a capire chi fosse, ma non lo riconobbe. Anche senza la barba lunga non lo avrebbe riconosciuto. – Che vuole da me? – chiese Davide. – Non vengo a disturbarla o a raccontarle storie da vecchio, però qualcosa voglio dirgliela. – D’accordo. Arturo tirò fuori dalla tasca una foto. In quella foto c’era uno scrigno ricoperto dallo sporco. Era uno scrigno molto antico e sembrava racchiudere qualcosa di valore. – Cos’è quello? – chiese Davide. – Non sa cos’è? – Sembra uno scrigno, però non l’ho mai visto prima. – Vede questi numeri? Sullo scrigno c’erano dei numeri incisi, però ne mancavo tre. – Mancano tre numeri! – disse Davide. – Esatto, mi servono quei tre numeri per la mia missione. – Che missione? – Questo non posso dirglielo. Davide non capiva che cosa volesse da lui. Come poteva dargli dei numeri di cui non sapeva nulla? – Sicuramente ha uno di quei numeri conservato da qualche parte. – Non so di che cosa parla, signor Arturo. – Ci pensi bene! Lei deve possedere un oggetto antico con un numero. – Adesso che mi ci fa pensare… Venga con me! Davide e Arturo uscirono da Villa Borghese. Imboccarono una strada larga e presero un autobus fino a Via del Corso. Mentre camminavano tra la gente, Davide chiese ad Arturo: – Da quanto tempo è qui a Roma, signor Arturo? – Sono qui da due mesi. – Le piace? – Sì, mi piace molto! C’è così tanta gente a Roma e ci sono tantissimi posti da visitare. Comunque, possiamo darci del tu, Davide! – D’accordo! Davide e Arturo entrarono nel magazzino di un edificio. L’edificio si trovava appena dietro Via del Corso. In quel magazzino Davide conservava molte cose del suo passato. Giocattoli di quand’era piccolo, appunti universitari, vecchie foto... – Che cerchiamo qui? – chiese Arturo. – Ricordo di avere qualcosa che potrebbe avere quello che cerca. – Un numero? – Sì, un numero… Devo cercarlo… Davide cercò per più di mezz’ora. Arturo offrì il suo aiuto però Davide gli disse: – Siediti, non ti preoccupare. Adesso lo trovo. Ci volle un’ora per trovare quello che cercava, però finalmente ci riuscì! – Guarda, Arturo. L’ho trovato! – Cos’hai trovato? Arturo si alzò da dove era seduto e gli chiese: – Come sai che è davvero questo quello che cerco? – No lo so, però ho questa cosa da moltissimi anni. Davide aprì un fazzoletto tutto pieno di polvere. Dentro c’era una collana d’oro con un disegno. Il disegno era strano, però al suo interno c’era un numero. Davide disse ad Arturo: – Non so perché, però quando mi hai parlato del numero, mi sono ricordato di questo. – Chi ti ha dato questa collana? – Non ne sono sicuro. Credo di averla da quando ero piccolo. Arturo aprì la porta del magazzino e Davide chiese: – Dove vai? – Per me abbiamo finito qui. Ricordati di quel numero... – Aspetta! Arturo sparì fuori dalla porta e Davide rimase in silenzio per qualche istante. Quando Davide riaprì la porta, l’uomo non si vedeva più. Arturo tornò in Via del Corso, poi andò alla stazione e prese un treno. Infine, andò all’aeroporto. La tappa successiva sarebbe stata Catania, in Sicilia. Arturo comprò un biglietto aereo e si imbarcò. Poco dopo arrivò a Catania. Vide anche lì molti turisti, ma non così tanti come a Roma! Era una città molto vivace però lui non sapeva dove andare. Prese un taxi e si fece portare direttamente all’indirizzo che aveva. Poco dopo si trovò davanti a una grande casa. La grande casa era di lusso, doveva essere di proprietà di qualcuno con molti soldi. La casa aveva un giardino enorme e diversi operai e giardinieri si stavano occupando delle piante e degli alberi. C’erano dei cani che correvano qua e là. Arturo si fermò a guardare la casa da fuori per un po’, finché alla fine suonò il campanello.
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