Giosuè si avvicinò al drago un passo dopo l’altro. Era davvero grande! Il cameriere era molto spaventato e quasi non si azzardò ad avvicinarsi. – Davvero vuoi avvicinarti al drago? È pericoloso! – disse a Giosuè. – Non è pericoloso! Lo conosco. – Continuo a non crederci! – Adesso lo vedrai. La gente correva spaventata per il villaggio. I bambini piangevano sempre di più e le famiglie scappavano. Quando la gente vedeva il drago cominciava a urlare. Ferrg non faceva nulla. Lui rimaneva immobile e tranquillo nella piazza del villaggio. Guardava gli umani con curiosità. Quando Ferrg girò la testa, vide Giosuè camminare verso di lui insieme a un altro uomo. Ferrg batté le ali velocemente, creando una corrente d’aria. La corrente d’aria fece muovere i capelli dei due uomini. – Giosuè! – disse il drago con voce molto profonda. – Ciao, Ferrg! – Eppure lo sai che non mi piace che mi chiami così. Il cameriere guardò Giosuè e gli disse: – Ti conosce! – Beh, è chiaro che mi conosce. Te l’ho detto mille volte! – Allora era la verità! E perché non gli piace che lo chiami Ferrg? Non è il suo nome quello? – Non esattamente. Il drago mosse una delle sue enormi zampe in avanti e avvicinò la sua grande testa a quella del cameriere. Il cameriere si spaventò e rimase paralizzato. – Che... Che fa…? – chiese a Giosuè terrorizzato. – Ti sta osservando… è un drago molto curioso. – Mi mangerà? – No! Lui non mangia umani! Ferrg aprì la bocca per parlare. Aveva l’alito cattivo. Il cameriere fece una faccia disgustata. Quindi il drago parlò: – Tu chi sei? – Io… Io… – disse il cameriere senza poter aggiungere altro. Giosuè parlò con Ferrg. – Lui è il cameriere del nostro villaggio. – Un cameriere! Che cos’è un cameriere? – chiese il drago sorpreso. – Uno che serve da bere e da mangiare. – Quindi è un uomo buono! Il drago mosse nuovamente le sue ali e creò un’altra corrente d’aria. Il cameriere disse a Giosuè: – Non è così malvagio come sembra! Gli sto simpatico! Giosuè tornò a parlare con il drago: – Perché sei venuto qui? Non sei mai voluto venire al villaggio. – Lo so, però dovevo avvisarvi di qualcosa. Il cameriere chiese di nuovo a Giosuè: – Perché non gli piace che lo chiamano Ferrg? – Ferrg è il nome che gli ha dato la gente. Lui non ha quel nome. Fammi parlare un po’ con lui. Torna alla taverna. Il cameriere tornò correndo alla taverna. Sbatté la porta e dopo la chiuse a chiave. – Di che avvertimento si tratta? – Sta arrivando un altro drago. – Un altro drago? Ce ne sono altri come te? – Sì, ce ne sono altri. Però non siamo così comuni. Siamo davvero pochi. Quasi non ci sono più draghi nel mondo. – E perché ci volevi avvertire? Il drago guardò nel cielo come se cercasse qualcosa. Stava forse cercando l’altro drago? – Può arrivare in qualsiasi momento. Non è un drago buono. È un drago malvagio. Non voglio che faccia del male alla gente innocente. – E che farai? – Lotterò contro di lui se sarà necessario. – Tu lo conosci l’altro drago? – Sì. È molto più antico e grande di me. Giosuè si fermo a pensare. Più grande di lui... Lui era già enorme! Non poteva immaginare un drago ancora più grande di Ferrg. Credeva che esistesse solo un drago... Alla fine Giosuè gli disse: – E cosa vuoi da noi? – Ho bisogno che il vostro fabbro costruisca un’arma. – Un’arma dici? – Sì. So già che materiali ci serviranno. Però dobbiamo convincere il fabbro affinché ci aiuti... E quello non sarà facile! Io non piaccio agli esseri umani... Eppure non ne capisco il perché! Giosuè su avvicinò un poco di più al drago e si sedette sul bordo del pozzo che era in mezzo alla piazza. – Pensano che tu distrugga i villaggi… Lo dicono le leggende. Le leggende raccontano cose terrificanti e malefiche… La gente legge quelle storie e pensa che tutti i draghi siano malvagi. – Però questo non è vero! Come fanno a dire che io sono cattivo se non mi conoscono? – Gli umani siamo fatti così… Siamo diffidenti. Il drago grugnì. Dalla sua bocca uscì un po’ di fuoco. – Mi aiuterai, Giosuè? – Il fabbro vive in collina. Tu vola fin là. Io adesso ti raggiungo. Senza preavviso il drago afferrò Giosuè con una delle sue zampe e volò su in collina dal fabbro. – Stop! Fermo! Fermati! Lasciami! – urlò Giosuè mentre vedeva la terra rimpicciolirsi sotto i suoi piedi. – Tranquillo, Giosuè. Così arriveremo prima! Il fabbro viveva in collina. Lavorava molto e quando Giosuè e il drago arrivarono, lui stava forgiando una spada. Il fabbro vide il drago arrivare e non sembrò sorpreso. Giosuè rimase perplesso. Il drago si fermò al lato del fabbro e posò Giosuè a terra. Giosuè disse al fabbro: – Ciao, Martino! – Ciao, Giosuè! – Non so se lo vedi, però qui c’è un drago e… – Lo vedo… Dovrei spaventarmi? Ferrg disse: – Un umano che non si spaventa di me! – Ovvio che non mi spavento di te. So che non sei pericoloso. Mio padre mi ha parlato di te. – Tuo padre? – Sì, ti ha conosciuto tanti anni fa. Giosuè disse al fabbro: – Martino, ho bisogno che tu fabbrichi una cosa. – Per che cos’è? – È un’arma per uccidere un drago. – Per uccidere un drago? Io non voglio uccidere i draghi! – Martino, sta arrivando un altro drago ed è malvagio! Se si avvicina al villaggio lo distruggerà completamente. – Come lo sai? – Me l’ha detto Ferrg. Ferrg grugnì di nuovo. Non gli piaceva quel nome. Martino guardò prima il drago e poi Giosuè. – Va bene! Quali sono i materiali? Il drago gli spiegò quello che doveva fabbricare. – Ho tutti i materiali… – disse Martino. –Tranne uno: il ferro rosso. – Che cos’è il ferro rosso? – chiese Giosuè. – È un materiale molto pregiato. Solo il sindaco del villaggio ce l’ha. Devi parlare con lui.
grazie preglia