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ericspinelli
252 Words / 2 Recordings / 3 Comments
Note to recorder:

La distanza della Luna da Le cosmicomiche da Italo Calvino

Una volta, secondo Sir George H. Darwin, la Luna era molto vicina alla Terra. Furono le maree che a poco a poco la spinsero lontano: le maree che lei Luna provoca nelle acque terrestri e in cui la Terra perde lentamente energia.

Lo so bene! - esclamò il vecchio Qfwfq, - voi non ve ne potete ricordare ma io sì. L’avevamo sempre addosso, la Luna, smisurata: quand’era il plenilunio - notti chiare come di giorno, ma d’una luce color burro -, pareva che ci schiacciasse; quand’era lunanuova rotolava per il cielo come un nero ombrello portato dal vento; e a lunacrescente veniva avanti a corna così basse che pareva lìlì per infilzare la cresta d’un promontorio e erestarci ancorata. Ma tutto il meccanismo delle fasi andava diversamente che oggigiorno: per via che le distanze dal Sole erano diverse, e le orbite, e l’inclinazione non ricordo di che cosa; esclissi poi, con Terra e Luna così appiccicate, ce n’erano tutti i momenti: figuriamoci se quelle due destione non trovavano modo di farsi continuamente ombra a vicenda.

L’orbita? ellittica, si capisce, ellittica: un po' ci s’appiattiva addosso e un po' prendeva il volo. Le maree, quando la Luna si faceva più nessuno. C’erano delle notti di plenilunio basso basso e d’altamarea alta alta che se la Luna non si bagnava in mare ci mancava un pelo; diciamo: pochi metri. Se non abbiamo mai provato a salirci? E come no? Bastava andarci proprio sotto con la barca, appoggiarci una scala a pioli e montar su.

Recordings

  • La distanza della Luna 1 ( recorded by 2fancazzisti ), Brianza (Lombardia)

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  • La distanza della Luna 1 ( recorded by V_Oak ), Tuscanian

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    Una volta, secondo Sir George H. Darwin, la Luna era molto vicina alla Terra. Furono le maree che a poco a poco la spinsero lontano: le maree che lei Luna provoca nelle acque terrestri e in cui la Terra perde lentamente energia.

    Lo so bene! - esclamò il vecchio Qfwfq, - voi non ve ne potete ricordare ma io sì. L’avevamo sempre addosso, la Luna, smisurata: quand’era il plenilunio - notti chiare come di giorno, ma d’una luce color burro -, pareva che ci schiacciasse; quand’era luna nuova rotolava per il cielo come un nero ombrello portato dal vento; e a luna crescente veniva avanti a corna così basse che pareva lì lì per infilzare la cresta d’un promontorio e restarci ancorata. Ma tutto il meccanismo delle fasi andava diversamente che oggigiorno: per via che le distanze dal Sole erano diverse, e le orbite, e l’inclinazione non ricordo di che cosa; eclissi poi, con Terra e Luna così appiccicate, ce n’erano tutti i momenti: figuriamoci se quelle due testone non trovavano modo di farsi continuamente ombra a vicenda.

    L’orbita? ellittica, si capisce, ellittica: un po' ci s’appiattiva addosso e un po' prendeva il volo. Le maree, quando la Luna si faceva più nessuno. C’erano delle notti di plenilunio basso basso e d’alta marea alta alta che se la Luna non si bagnava in mare ci mancava un pelo; diciamo: pochi metri. Se non abbiamo mai provato a salirci? E come no? Bastava andarci proprio sotto con la barca, appoggiarci una scala a pioli e montar su.

Comments

2fancazzisti
June 29, 2010

Se posso ti faccio notare alcune frasi che forse hai copiato male:
-le maree che lei Luna
-Le maree, quando la Luna si faceva più nessuno.

se vuoi che registro di nuovo basta che me lo dici. ciaooo

ericspinelli
June 29, 2010

Grazie mille!

Il secondo è il mio errore, ma "le maree che lei Luna" è scritto nel libro. Non lo so.

ericspinelli
June 29, 2010

Le maree, quando la Luna si faceva più sotto, salivano che non teneva più nessuno.

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