Fasi del libro Pista nera (Il vicequestore Rocco Schiavone Vol. 1) da Antonio Manzini.
Era bravo Amedeo, solo che stare lì da solo non gli piaceva. Spesso si pensa che la gente di montagna ami la vita solitaria e un po’ forastica.
Solo chi lavorava da anni e manovrava il gatto come un triciclo si avventurava ad attraversare quella serpentina a precipizio che immetteva sulla diramazione.
I fari potenti del gatto illuminavano la pista e la massa di tronchi di abeti e larici sul bordo. Fra le braccia scure degli alberi si intravedevano ancora le luci di Champoluc.
«Sì, quella che parte dal Crest, così non passi sulla pista che sta facendo Berardo. Passa sulla scorciatoia, capito?». «Ricevuto. Grazie!». «Macché grazie! Mi devi un bianco prima di cena!». Amedeo sorrise: «Promesso!».
Era grazie a lui se Amedeo aveva un lavoro e portava mille euro al mese a casa. Sul sedile accanto aveva appoggiato la borraccetta con la grappa e il walkie-talkie. Tutto era pronto per le ore di fatica.
Buttò il filtro bruciacchiato della canna dal finestrino. In quel momento i fari di un altro gatto lo abbagliarono. Si mise la mano davanti agli occhi. Il mezzo che risaliva in senso contrario si avvicinò. Era Berardo, un suo collega. «Oè, ma sei scemo? Mi hai accecato!».